La volta che ho schifato "Lust For Life"
Un pezzo del 2015 riesumato da una rubrica divertente in cui un good cop e un bad cop si fronteggiavano parlando di un disco
In una versione di Rumore di diverso tempo fa (si parla del 2015) c’era una rubrica simpatica chiamata “Discoring” in cui due persone parlavano dello stesso album. Una però faceva il bad cop, l’altra il good cop - ossia una firma parlava dei pregi del disco, l’altra dei difetti. Spesso scaturivano riflessioni interessanti e profonde, capaci anche di fare riconsiderare opinioni cristallizzate dopo anni di pregiudizio oppure di adesione fideistica a un verbo.
Ho avuto occasione di partecipare tre volte a questi “scontri” sul ring. Per Lust For Life mi venne asegnato il ruolo del bad cop, mentre il difensore della fede era - mi pare - la storica & blasonata penna di Rumore, e non solo, Luca Frazzi (chiedo venia, non ho modo di controllare il vecchio numero del mensile al momento). Come accennavo, spesso da questa paginetta nascevano spunti molto stimolanti, ma la mia innata assenza di capacità e di volontà di articolare ragionamenti più profondi di “oggi mi metto la maglietta dei Dead Moon” mi ha imposto di buttarla un po’ in caciara, sfoderando l’arsenale da Bagaglino del punk. E così, come un René Ferretti comprato su Wish, riguardo con un po’ di stretta allo stomaco ciò che scrissi… non perché non lo pensassi/pensi davvero, ma perché io il bad cop (anzi il cop in generale) non lo so né saprò mai fare.
Ecco il “famoso” Discoring su Lust For Life…