Life on Marthe...
Intervista alla dea ex machina del progetto Marthe: fra black metal, doom, death punk e anarcho punk
Nell’autunno del 2023 intervistai l’attivissima Marzia (ossia la persona che sta dietro alla one woman band Marthe, ora nel roster della Southern Lord - e scusate se è poco) per una rubrica di Rumore. Essendo le battute a disposizione sulla rivista limitate da ovvie ragioni di spazio e ingombro, non fu possibile pubblicare che una minima parte della chiacchierata via email che ci facemmo.
Colgo quindi l’occasione di proporre qui l’intervista in toto: un inedito al 100%, in forma raw & unedited. Buona lettura – e buon ascolto.
MARTHE: L’INTERVISTA ORIGINALE
Quando è nato il progetto Marthe e come arriva l'impulso a fare "tutto da te"?
Il progetto embrionale Marthe è nato (senza nome) nel 2012, ho scritto allora le bozze di due canzoni che ho ripreso nel 2021. A risentirle ora sembrano il giorno e la notte rispetto alla versione finale.
Ho poi lasciato in disparte l'idea per dare priorità al mio gruppo HORROR VACUI che era ed è ad oggi molto attivo sia in studio che con tour e concerti. Diciamo che l'impulso individuale è stato casuale in quanto ho sempre avuto gruppi con altre persone ma avevo appena comprato (2018) del materiale per imparare i rudimenti dell'home recording quindi avevo un moto di curiosità in tal senso e mi sono cimentata. Allo stesso tempo ero in una fase di elucubrazioni sulla vita, in cui passavo gran parte del tempo libero facendo camminate in montagna, al mare o comunque racchiudendomi nei miei pensieri in una fase di cambiamento abbastanza importante del mio essere interiore e di approcio a molte cose.
Questo ha determinato una (inconsapevole) tensione verso un tipo di sonorità più intense ed atmosferiche rispetto a quello che faccio solitamente (crust e post punk) e mi è venuta voglia di fare dei pezzi che (almeno per me) andavano nella direzione di un mix tra gli Amebix e Bathory con delle punte atmosferiche e cupe, parlando di argomenti non necessariamente politicizzati come accade negli altri gruppi ma più introspettivi.
Essere da sola è stata una scelta anche pragmatica perché, crescendo, la vita di tutti (coetanei/affini) rende fare le prove sempre più una disciplina olimpionica, quindi il pensiero di incastrare alle prove dei gruppi preesistenti anche quelle di un altro eventuale gruppo "metal" mi ha fatto a suo tempo desistere, poi i tetris umani non sempre vanno a buon fine e spesso le persone con cui vorresti suonare non possono, sono lontane etc. Ora essere da sola è una scelta, un angolo di pace e libertà creativa, una sorta di alter ego, una terapia (ma meno costosa della terapia) in cui mi curo e mi sfogo, letteralmente. Non potrei immaginare Marthe diversamente.
I brani hanno in media una lunghezza piuttosto importante: è una scelta deliberata oppure è semplicemente accaduto?
Forse è accaduto per caso, perchè la composizione di una canzone avviene solitamente nell'arco di in un mese in cui inizio, poi vengo interrotta da varie cose, poi riascolto la bozza, poi devo interrompere di nuovo etc quindi spesso "ci sento" delle variazioni o aggiunte solo dopo un paio di settimane dalla stesura iniziale oppure non ricordandomi bene la struttura quando riprendo in mano una bozza faccio errori che però ci stanno bene quindi li tengo, li sviluppo e così via partono 7 minuti minimo a botta.
[…] essere da sola è una scelta, un angolo di pace e libertà creativa, una sorta di alter ego, una terapia (ma meno costosa della terapia)
Da dove parti, se hai un modus operandi in qualche modo codificato, per assemblare/creare i tuoi brani? Dai testi, da un riff, da una melodia, da un tempo di batteria...
Di solito è la chitarra che guida il tutto, faccio piccoli blocchi in base all'ispirazione del momento (veloce, media, lenta etc) e poi aggiungo una batteria guida per orientarmi, lascio decantare il tutto e nel frattempo, costantemente, accumulo idee scritte per i testi e i titoli delle canzoni. Il mood della canzone segue il mio mood umorale quindi aggressività o lentezza di un pezzo rispecchiano il mio stato emotivo al momento della prima stesura, sempre. Il modus operandi più frequente è comunque la creazione della bozza, l'ascolto compulsivo allo sfinimento e lo sviluppo di un seguito anche in molti momenti diversi. Una volta creato il Frankenstein lo ripulisco, imparo a memoria la batteria e la riregistro da sola a orecchio, aggiungo l'esercito di chitarre etc e gli do la corrente.
Che tecnica e strumentazione utilizzi per registrare? E gli strumenti sono tutti "veri" oppure hai utilizzato anche qualcosa di campionato (batteria elettronica etc)?
Quando ho registrato la demo ("Sisters Of Darkness", 2018) e il singolo ("Victimized", 2021) non avrei mai e poi mai immaginato di trovarmi un giorno a dover far fronte a standard di qualità superiori rispetto all'idea di una registrazione diy in cantina completamente non solo autoprodotta ma anche autoregistrata. Il valore aggiunto inizialmente, oltre alla qualità delle canzoni, è stato proprio il suono lo-fi tipico delle demo di gruppi metal anni '90. Il modo in cui suona la demo è caratteristico perchè, molto semplicemente, non ero capace a fare di meglio essendo la mia prima esperienza nel registrarmi da sola. Per me è stato un miracolo riuscirsi senza nessuno che mi aiutasse a capire come fare. Sono fortemente analogica quindi il mio comprendonio fa fatica a settare i pedali della chitarra figuriamoci tutto un armamentario digitale per le registrazioni. Mi sono approcciata alla demo inizialmente con Garageband poichè è un'interfaccia gratuita già presente sul mio pc e facilmente intellegibile per una neofita, come un gioco didattico diciamo. Nella registrazione di questo secondo disco ho invece affinato la tecnica usando software più performanti, componendo le bozze in modalità mista e poi sovraincidendo in analogico dopo. Non avevo idea, inizialmente, di raggiungere il punto in cui Marthe avrebbe dovuto fare sul serio, quindi ho affilato la mia artiglieria e mi sono inventata modi fantasiosi per sfornare un disco che secondo me suona molto bene, ho mixato per un lungo periodo e dando attenzione a ogni componente facendolo uscire come volevo io ma il grosso del risultato lo devo al magistrale lavoro di mastering di Lorenzo Bellia all'Audiovolt Studio di Firenze.
Marthe si esibisce o si esibirà dal vivo? Se sì, che forma assume nella dimensione live? Sono previsti musicisti che ti affianchino o fai tutto in autonomia?
E' un tema che sta prendendo forma in questo periodo dato che ci sono davvero tante manifestazioni di interesse. Non ci avevo pensato inizialmente e pensavo di poter restare solo un progetto in studio, soprattutto perchè dovrei cantare e non avendolo mai fatto per me è una super sfida, vedremo come va. Se accadrà sarà assolutamente una formazione standard affiancata da persone in carne ed ossa che ho già individuato ma che per ora sono ancora avvolte nel mistero... Niente performance mie soliste, artistiche o cose del genere, mi metterei a ridere subito, sarà già abbastanza difficile stare davanti senza essere protetta da una batteria :-)
[…] viviamo in un paese di merda dove con 40 ore a settimana fai comunque fatica a arrivare a fine mese quindi il tempo a disposizione è quello che è e spesso passano settimane prima che io possa mettere mano a una bozza iniziata poco prima e fare le prove in modo costante è sempre più una sfida
Sei da sempre molto attiva anche sul versante di altre band: è difficile seguire tutti questi progetti che si dipanano in contemporanea?
Sarebbe facilissimo, se non fosse che viviamo in un paese di merda dove con 40 ore a settimana fai comunque fatica a arrivare a fine mese quindi il tempo a disposizione è quello che è e spesso passano settimane prima che io possa mettere mano a una bozza iniziata poco prima e fare le prove in modo costante è sempre più una sfida. Oppure capita che mi occupi di grafiche, progetti, ordini, composizione, registrazione, interviste e così via a tarda sera che non capisco più niente e ho esaurito le energie dopo giornate sfiancanti. In un mondo giusto, si lavorerebbe di meno avendo un congruo tempo per potersi dedicare alle proprie passioni, potendo godere di ritmi artisticamente più significativi. Contando anche che si vuole pure uscire e vivere e avere una vita sociale partecipando a concerti e eventi piacevoli, insomma, la famosa ubiquità della f.o.m.o. Per via di tutti gli impedimenti vari ed eventuali della vita che quindi ben conosciamo, nel tempo ho dovuto ridurre la mole di impegno musicale e ad oggi ho solo una band attiva e pulsante (HORROR VACUI) e Marthe, i Kontatto sono momentaneamente fermi. Negli Horror Vacui sono da poco passata dalla chitarra alla batteria quindi spesso mi ritaglio tempo per jammare nuovi beat, ma siamo in 5 e ben equilibrati quindi riusciamo a suddividerci compiti e energie equamente, è molto stimolante interfacciarmi con gli altri. Marthe, quando entra nel loop della creazione, mi prende ogni momento vuoto per mesi e mesi, come quando ti prepari per un esame o per la tesi, che alla fine consegni e finalmente pulisci la casa che nel frattempo è diventata una discarica. Quindi si, è difficile, ma solo per questioni di tempo e non di cuore.